Domenica 26 agosto 2007.
Alle nove questa mattina quando la sveglia è suonata avevo un sonno tremendo, Francesca cantava allegra,i suoi scarponi nuovi sono stati la prima visione di questa domenica indimenticabile;vissuta immersi in una natura stupenda, uno scorcio di Trentino autentico che consiglio a tutti i lettori.
Daone 800 metri s.m. viviamo qui, nel sud del Trentino, il comune e la sua valle fanno parte del PARCO ADAMELLO BRENTA. Sulla testa negli anni 50 ci hanno costruito tre dighe ,che producono energia idro-elettrica per il sud del Trentino e per gran parte del territorio Bresciano.Sicure e monitorate rovinano un pò esteticamente il fondo valle ma in alto, dopo l'invaso di Bissina, ecco lo spettacolo naturale!!!
La Val di Fumo si apre: dolce,ampia e selvaggia e ci porta ai piedi dell'ADAMELLO. Qui nasce il fiume Chiese che riempie i tre invasi, per poi continuare la sua corsa in tutta la Val del Chiese, e Val Sabbia.
L'idea, era appunto, di percorrere il sentiero che cosrteggia la diga ed arrivare fino al rifugio Val di Fumo. Bel percorso naturalistico,che anni fà abbiamo fatto molte volte, non troppo impegnativo ma comunque sportivamente appagante.
Siamo partiti poco convinti, io ,Piero(mio marito) e la nostra piccola.
La preoccupazione più grande era per Cesca, anche perchè Piero, nato e cresciuto su questi monti ha un passo svelto, più che svelto direi! Lui ,dove gli altri camminano su questi sentieri, corre!!! E un percorso segnato sulle guide CAI Sat, di due ore me lo ha fatto fare ancora in 45 minuti.
Come non detto, dopo tre km ,Cesca dava già segni di cedimento ed ancora non avevamo superato la fine dell'invaso.
Io a quel punto ho chiesto di rallentare il passo, avanti così di strada ne avrebbe fatta poca, ma con stupore ,entrati in Val di Fumo la grinta ed il coraggio di Francesca ci hanno dato una lezione di vita non indifferente.
Era avanti lei! Piccola capriola coraggiosa, che saltava da una roccia all'altra.
Eccitata a mille ,sotto uno spendido sole, ammirava il paesaggio,il fiume e le sue curve, i sassi dove si potevano nascondere i salmerini, i pini nani,segno che ai 2000m. di altitudine poco ci mancava. Le radure con le moie,(terreni come la tundra dove rigagnoli di acqua sotterranea di ghiacciaio ti fanno mancare la sensazione di terreno corposo sotto i piedi.)Poi più in sù ,le cime,e più in là lo spettacolo naturale L'Adamello e il suo ghiacciaio.
In poco più di un ora ,i sei chilometri di Piana di Val di Fumo ce li eravamo mangiati ed eccoci stanchi ed accaldati sotto il rifugio.Un piccolo ponte da attraversare, sotto gli spendidi giochi di luce del Fiume che ci mostrava la sua purezza,mille sfumature di acque gelide e cristalline. Lasciato il rifugio alla nostra sinistra, abbiamo proseguito lungo la piana cercando un posto adatto per il pic-nic. Eccolo là! Qualche centinaia di metri ancora. In un verde pascolo ,cirondati da mucche in alpeggio ovviamente, ci siamo goduti un tenero sole e due ore di relax.
Sdraiati sulla coperta senza scarponi, osservando le cime e i racconti del padre, di quando da ragazzo ha scalato l'Adamello raggiungendo la Punta CARE ALTO passando dal sentiero della guerra ,dormendo nel bivacco e scendendo il giorno seguente dal pian di Neve in cordata per i crepacci. Cesca si è infilata gli scarponi ci ha dato una sonora spronata così abbiamo proseguito.
Lassù in lontananza le Levade,l'inizio del Massiccio, da lì in un percorso molto erto si arriva sotto il ghiacciaio e si può ammirare dove nasce il fiume.
Così, masso dopo masso ,le Levade le abbiamo fatte tutte, altri sei Km di sofferenza pura, dove ti viene sbattuta in faccia tutta la durezza della natura. La senti sul corpo, sulla pelle ,nelle gambe ma anche di fiato; i 2000m. li abbimo lasciati più sotto e... Altro che ossigeno! L'aria sempre più rarefatta ti fa sentire il peso della montagna e la sua imponenza.Il volo di Cesca ,poi , la mia caduta in ginocchio per attutirle il colpo, ti ricordano in un lampo che non ci si può distrarre un attimo. Ogni sbaglio, lassù ,è fatale.!
Per noi, alla fine, solo un grosso spavento. Tanta soddisfazione alla fine del percorso. Sotto il ghiacciaio, abbiamo visto dove nasce un fiume.
Il ritorno un pò più lento, con il volo dell'aquila sulle nostre teste ed il fischio delle marmotte.
Ne abbiamo fatti 24,forse 25 eravamo provati.... Ma, commossi perchè anche Cesca oggi ha tenuto duro fino in fondo. Se per me, anche se non ho corso, è stato un duro allenamento di gambe e fiato per lei, una lunga maratona!Conclusa con tenacia e motivazione.
P.s. Lo consiglio a tutti come allenamento, ciao sono cotta!!!!!Aline.
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1 commento:
Bellissimo racconto Aline, sembrava di esser lì con voi!Povera la mia nipotina, ma non è che si sarà stancata troppo? Alla prossima vogliamo le foto così le si mette sul blog! :)
ps. di certo anche scarpinate del genere costituiscono un allenamento!!
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