sabato 24 novembre 2007

Stand by e nuovo blog..grazie a tutti!


Cari amici, questo blog, come sapete nato l'anno scorso con l'intento di raccontare il sogno della maratona più famosa del mondo, entra in stand by. Central park è stato raggiunto, New York conquistata..le immagini sfumano, i ricordi, dolci, assumono il colore delle foglie autunnali, non lo dimenticheremo il 2007..
Queste memorie è' giusto congelarle e lasciarle scolpite qui nella rete, per dare l'opportunità a tutti coloro che, spinti dal desiderio di realizzare quello che abbiamo fatto noi,un giorno si imbattessero nella nostra avventura e decidessero di ripercorrerla..
Magari il blog tornerà in auge nel momento in cui io e la mia sorellina avremo nuove sfide da condividere, per ora io ho creato un mio nuovo blog..un mio spazio personale in cui continuare a scrivere, vi lascio l'indirizzo perchè possiate aggiungerlo ai vostri link
http://mathibloggo.blogspot.com/
Grazie a tutti
Mathias
ps postumo: nel mio nuovo blog ho appena fatto il video celebrativo, lo metto anche qui!

lunedì 19 novembre 2007

LA MIA MARATONA




A TIO, E ALLA MIA FAMIGLIA.
Porto al collo una medaglia, sono da oggi e nella storia anche io MARATONETA……

NY 4 novembre 2007 ore 5am.
Caro Tio, ti guardo mentre ti prepari per la nostra maratona, e mi viene da piangere ma trattengo l’emozione;piangerò dopo, e come piangerò,io ho sempre pianto per tutto fin da quando ero piccola.Penso a Piero ed ai bimbi, non son pronta,ne sono assolutamente consapevole. Se stramazzo al suolo dopo una ventina di Km, chi mi raccoglierà?
Se mi mettono in qualche ospedale con le flebo attaccate?
Sono questi i pensieri confusi di una mattina fredda a NY, MENTRE, CON UN FILO DI PAZZIA, DECIDO DEFINITIVAMENTE DI CORRERE LA MIA PRIMA MARATONA.
Non sono allenata,lo ero un po’ di tempo fa, in primavera, poi, luglio ed agosto sono stati stagione lavorativa a ritmi sfrenati per me.
E a settembre la botta di grazia!!!!
La mia piccola Cesca è peggiorata, un otite perforante, e l’intervento: (tonsille, adenoidi). Un post operatorio tragico, febbre, tanta febbre!Io, in casa con lei fino al giorno della partenza, stanca, da più di un mese di notti insonni e nervosa per il lavoro che si è accumulato.Parto sentendomi un peso al cuore tremendo. Cesca, me la son vista recapitare in casa mentre stavo prendendo le chiavi della macchina per andare a Milano, era rientrata da un giorno a scuola ed ora, povera piccola, un attacco di vomito.
Le ho detto rimango!!!
Piero mi ha detto: “no! Vai, sto io con la bambina!!”
Lei con poca voce mi ha sussurrato :“LA MEDAGLIA! Mamma ci hai promesso la MEDAGLIA”.
Ore 5.10am mi vesto e mi infilo la maglietta con il pettorale.
Ore 5.38am siamo nella hall dell’hotel faccio colazione, la seconda, ho una voracità incredibile mangio di tutto, compro ogni tipo di rifornimento alimentare, manco fossi in partenza per la guerra.
Incontriamo Nicola e Daniele , ci diamo un caloroso buongiorno. Sono tesa a mille ma ,non lo dò a vedere.
Ecco i pulman, ci saliamo è ancora notte, mi coccolano le luci di New York, il tragitto è lungo. Sdrammatizzo dicendo a mio fratello e ai miei amici, che forse c’è un errore. Per conto mio, ci stanno portando talmente lontano che sono più di 42km all’arrivo.
Scendiamo! Ragazzi, comincio a farmela sotto!!!
Ovviamente, il via non è li a due passi, ci incamminiamo in un parco tra villette in stile americano, del ponte, nemmeno l’ombra.
Sembra una scena da film, uno di quei campus enormi, coi i prati e gli alberi tenuti bene.Ci si divide, Daniele e Nicola vanno nella zona verde, io e Tio nella blu.
Ecco i tendoni dove danno la colazione , Tio nota i bagni, io voglio solo mangiare.
Mi giro intorno e non posso credere a quello che sto vedendo, tutto il mondo è intorno a noi, tutte le nazionalità. Si sentono un miscuglio di suoni e di lingue diverse. “Cavolo mi sembra di essere in un campo profughi!.”
Ci aggiriamo smarriti in questo caos, fino a trovare il camion UPS, quello sul quale andrà la sacca con i nostri effetti personali tra un ora circa.E’ il numero 26. Ricorderò questo numero molto bene, perché alla fine, l’ho urlato con tutto il fiato che mi rimaneva in gola. “Please number 26”.
Facciamo la fila per caffè e ciambelle.
Ci sediamo nella zona delle 4 ore e mezza, mangiamo.Ci alziamo e cerchiamo i bagni di nuovo ,Tio ne ha bisogno. Siamo ora su un prato verde, vicino ad un tendone. Aspetto Tio e mi viene in mente di fare allungamento muscolare.
Molta gente intorno, comincia ad imitarmi, partono sorrisi.
Ho ammazzato un pò di tensione, mi sento meglio.
Torniamo nella zona noi assegnata, guardo Tio che ha deciso di partire con le lepri delle ore4.15. Io non me la sento, ho il terrore di essere travolta, poche parole, un abbraccio, sto piangendo!!!, Lo sapevo che non avrei retto. Stimo mio fratello, è un grande! Mi guardo intorno, sono sola e terrorizzata,ho voglia di finirla , non so se ce la faccio, ho paura !!!
Mi sposto indietro , per me quelli delle 4.30 vanno troppo, mi travolgono! Vado sulle 5 ore e mi sembra che il cuore rallenti un po’.
Camminiamo!!!!
Dove è questo benedetto ponte ?
Non si arriva mai. Sono sola, circondata da migliaia di persone . Per terra c’è ogni cosa, vestiti, felpe, scarpe e soprattutto un puzzo di canfora nauseabondo.
E’ l’odore della crema che i maratoneti si mettono addosso. Ho il vicks inalatore per il reffreddore che mi son presa pochi giorni, fà: Inspiro, almeno sento un profumo amico.
Urlano , saltano, è là! Il Verrazzano bridge. GO, GO!!!
Sono partita, sto correndo in mezzo ad una folla immensa, non so ancora se son pazza, ma mi sento felice.
Una nave spruzza acqua, è bellissimo, corro, corro,urlo pure io. Sto correndo la mia prima maratona e urlo di gioia.
Penso a Lele mio figlio , alla mia piccola Cesca, al mio Piero. Penso a mamma, papà, a Nico mio fratello. Soprattutto penso a Tio che poco più avanti la sta correndo con me. Era il nostro sogno, e si sta realizzato. Corro, piango e son felice.
Finisce il ponte e quasi non me ne rendo conto, ecco la gente che si accalca a lato della strada e ci fa il tifo.Qualcuno mi supera , molti li supero pure io. Ho la borraccia a destra con l’acqua, e non la mollerò fino alla fine.Corro e la folla mi porta via con se, come un’ onda, io sono una minuscola particella di questo fiume umano in piena .Saluto tutti , grido Italia!!!! Mi faccio il tifo da sola.
Passano i km sotto i piedi, ai rifornimenti bevo Gatorade ghiacciato. Quando capisco che danno pure l’acqua, me lo faccio travasare nella borraccia.Troppo tardi, mi è venuto un mal di pancia assurdo, devo già andare in bagno.
Prima fila, tre minuti.Poco importa ,respiro faccio allungamento.
Corro ancora e la folla impazzisce, Ci sono complessi ovunque, corro, corro, saluto tutti.
Ancora in bagno, e poi un'altra volta.Ecco i 5km, mi fermo ai bagni almeno altre tre volte entro i 10km.L’alsfalto mi scivola dolcemente sotto i piedi , sono serena.
Ecco 15km, ragazzi io non so dove sono! Corro con tutti, adoro la folla , ma non so che quartiere é.
Trovo qualcuno con cui chiacchierare un po’ sono spagnoli credo. Comincio a giocare bettendo il 5 al pubblico, sto bene, canto, New York, NY, e la gente gradisce. Mi urlano, “ go,go,Italia go!!” Corro, avanti tutta! Ecco la mezza che passa leggera e sto bene. Molti camminano, io corro. Ho sempre il problema del bagno mi devo fermare spesso non riesco a trattenere la pipì.
Non mi sento stanca. C’e un ponte, un ragazzo sta a terra e piange , mio dio, sta male!!! Mi fermo è Italiano . Mi dice che si ritira, mi guarda e piange , stramazza toglie il pettorale e chiede soccorso. Piango, la sua gara è finita. Continuo, incrocio Italiani, manca poco, “ il ponte della sofferenza è lì!” Manca poco !!! Mi vengono i crampi.
Al 26° km, una fitta intensa invade i miei sensi, mi ritrovo in ginocchio urlando, un dolore atroce mai provato prima, urlo: “ Mamma aiutami!” e come mi muovo il crampo riparte. Accorrono i poliziotti , piango…. “ Medical,” dicono . Un miglio indietro o due avanti. Sorretta un poco da un poliziotto Italo- americano, lo percorro con dolori sempre più intensi a tutte due le gambe.Perdo un sacco di tempo , vedo la fine davanti a me. Mi massaggiano, mi vogliono dare delle pasticche, non so cosa sono, non le mangio, le ripongo in tasca. Guardo i lettini, intorno a me, c’è gente con i pettorali molto più bassi del mio che piange disperata. Mi sento fortunata, sto in piedi in qualche maniera.Mi chiedono se mi voglio ritirare. Ecco il mio orgoglio!!!!
No , no!!!! (Penso a Daniele mio figlio, che a fine marzo si é rotto un dito mezz’ora prima della finale nazionale del trofeo giovanissimi, “ slalom gigante” a Tarvisio. Me lo hanno portato dolorante, in lacrime. Guardava me e l’allenatore,e ci chiedeva: “Vi prego, fatemi fare la gara.” Mi son detta: “ Io continuo!!!!” Se mio figlio quel giorno è stato un piccolo gladiatore e si è fatto onore, io non son da meno.
Da qui in poi, siamo in quattro io, Andrea, che ha dato coraggio a tutti,Eros , e Adriano.Quattro storie diverse ,quattro problemi diversi insorti in gara, ma con la voglia di finirla, abbiamo passato il ponte della sofferenza, il Bronks, Harlem, e avanti fino a Central Park, il camion scopa non ci ha preso, laggiù i grattacieli paralleli vicino al Columbus Cirle, di nuovo in Central park , ho rallentato più volte per aspettare Adriano. Anche gli altri.L’ho preso sotto braccio, Andrea gli ha slacciato un pò le scarpe, stava troppo male. Del tempo non ce ne fregava più nulla ,emotivamente ed umanamente questa maratona ci appagava così. Incontro Tiziana, plurimaratoneta che avevo lasciato chilometri indietro, oggi l’ha fatta piano era piena di piaghe. Ci ha fatto i complimenti per il supporto umano che ci siamo dati a vicenda ,ci ha spiegato che è un importante fase nel divenire maratoneti.
Meno 400m al traguardo, Adriano ciondola e piange lo tengo a braccetto, piango anch’ io.
Andrea mi urla “Aline sei una grande gli altri sono ancora là, non hanno continuato!!!!” Camminiamo, la gente ci applaude gridandoci Enjoy you finish!!!
Meno 200m: è li!!! Lo vedo, andiamo avanti, potrei correre, lo avrei potuto fare già da un bel po’ ma non corro,sto con il gruppo, siamo troppo legati. Sono lucida e ben alimentata.Lo sono stata dall’inizio alla fine.
Meno 20m, si fermano mi invitano ad andare avanti, mi applaudono anche loro, è bellissimo!!!!
“NO! NO!” “ Insieme o niente!!”
Ci abbracciamo e lo tagliamo insieme il traguardo.
Sto piangendo come una bambina: sono una maratoneta! REAL TIME 6.53.11
Dedico la mia prima maratona a tutta la mia famiglia, a mio marito , ma soprattutto a TIO,LELE, e CESCA.
Grazie ALINE

P.S La mia prima è durata 28miles e 200.
Sofferti fino in fondo. Allenatevi non è uno scherzo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

venerdì 16 novembre 2007

Tra l'oggi e il domani

Non volevo postare per non togliere lo spazio a mia sorella, ma dal momento che il suo racconto lo pubblicherà nel fine settimana uso questo spazio per accennare su quello che farò di qui al prossimo futuro.
- Innanzitutto stavo concordando con Aline di mettere in standby questo blog, che in sè ha un principio ed una fine e di conservarlo come gioiellino per coloro che cercando informazioni sulla preparazione alla maratona di new york capitassero qui...riesumarlo solo nel caso avessimo da condividere un'altra esperienza analoga(cosa probabile..ma spostata in là nel tempo)
- Volevo creare un mio blog dove parlare anche di altro, amenità varie, anche se poi magari all'80% parlerei di corsa o di stati d'animo relativi ai concorsi che sto preparando..
All'amico Alessio che chiede in che cosa posso esagerare il prossimo anno dico..boh..per il momento ho preso la decisione di iscrivermi all'Alghero marathon, quel gruppo podistico creato da Paolo Zoagli, per correre insieme a qualcuno ogni tanto..loro escono alle 7 del mattino, è un pò traumatico, ma se capita qualche volta che mi riesco a svegliare è divertente..ho fatto già un'uscita insieme e sono un gruppone, ce n'è per tutte le andature, dalla mia a quelli notevolmente più veloci..la cosa più intrigante è poter partecipare a qualche sgambata in giro per la Sardegna.
- Con Daniele l'amico del blog è rimasta fissa una dichiarazione d'intenti(non so se sia una promessa), correre Londra nell'aprile 2009..quella potrebbe essere la prossima pazzia!
- Riesumare la bici e far qualche bel giro ogni tanto..se Andrea o Elio han voglia di far uno Stintino, Capocaccia o qualsivoglia uscita sono arruolabile..
- Varie ed eventuali
Mathias

domenica 11 novembre 2007

La mia New York


E' difficile da raccontare con le parole quello che ho vissuto.. New York in sè, e la sua maratona in particolare, rappresentano qualcosa di sconvolgente, che ti rimane marchiato nell'anima! La città ti avvolge con le sue milioni di braccia lungo le strade. Abbraccia i top runners, eleganti e potenti nel loro gesto, e anche quelli come noi, i Mathias le Aline, i Daniele e i Nicola, che corrono confusi insieme a tanti altri nomi, nella mischia, in fondo....
Ciascuno di noi corridori ha una storia da raccontare, appena celata dalla faccia sorridente delle prime miglia, o dalle smorfie delle ultime..e loro, i newyorkesi, questo lo capiscono..incitano tutti allo stesso modo, sanno che dietro ai runners c'è una ragione profonda che li spinge a macinare miglia su miglia, e anche se non la conoscono, la rispettano!
Chi l'avrebbe detto, per quanto mi riguarda,se corro con la memoria al mio passato, di potermi ritrovare su quella linea di partenza..
Ricordo ora tutto quasi con dolcezza: scherzi del destino, reagire ad un vaccino quello dell'antipolio all'età di 5 mesi, una poliomelite spastica alla parte destra del corpo..e qualche inconveniente, un piede equino ad esempio, allungato solo a 4 anni grazie ad un accurato tagliuzzamento del tendine d'Achille, tutt'ora la non completa rotazione del piede destro..io correre? ma se a scuola per questo dannato problema, durante la fase dello sviluppo, l'ora di educazione fisica la vedevo dalla panchina...eppure..sono lì, cavolo, sul ponte di Verrazzano..io uguale agli altri, la mia storia una tra le tante..
Elicotteri in cielo ci ricordano che siamo in diretta su decine di emittenti, mancano pochi minuti al via e io lì vicino ai pace maker delle 4h15m/4h30m..ho appena salutato con un abbraccio mia sorella che partirà più indietro..con lei ho condiviso tutta quest'avventura, comprese le ore che non passavano mai dell'alba..accampati sui prati, sdraiati a trovare le energie, a mangiare..a fare le file per i bagni.. e l'adrenalina che sale sale..
Poi piano piano la gente inizia a camminare, davanti il cannone ha dato il via, ma qui in fondo ci vorrà ancora molto tempo..minuti interminabili, in cui sei alzato in punta di piedi a vedere se là in lontananza le migliaia di persone che ti precedono, stanno iniziando a correre..
Quando imbocco il ponte e inizio ad accennare i primi passi di corsa è già passato un quarto d'ora circa.. ci son dentro, è iniziata la mia maratona di New York..faccio in tempo a fare un km e sulla discesa del Verrazzano, l'ennesimo bisogno fisiologico mi si presenta in tutta la sua urgenza..siamo ancora sul ponte, molti runners con ugual problema si spostano a lato e fanno pit stop..li imito, ma lo stato emotivo mi gioca un brutto scherzo e passa più di un minuto prima che mi reinfili definitivamente nella corrente dei corridori..
E' bello correre insieme agli altri, è la prima volta per me e guardo quasi con stupore i miei compagni di avventura, chissà loro come si sentono, poi finisce il ponte e New York ci mangia:l'impatto con Brooklyn è caldissimo!..il nome sulla maglietta mi rende protagonista, mi chiamano, storpiano il mio nome "Mathaas"..
Io corro sul lato della strada e do il cinque a decine di persone.Mi sento quasi un eroe per qualche istante, durante le frazioni di secondo in cui io e i supporters incrociamo gli sguardi..
Passano i km che neanche me ne accorgo, ho un ritmo lento,freno a mano tirato, oggi importa solo arrivare e assaporare ogni istante di questo sogno..l'orologio lo guardo pochissimo, tanto ci pensa il microchip attaccato alla scarpa a notificare a fidanzata, parenti e amici, come sto andando... dopo una quarantina di minuti una mano sulla spalla, è l'amico Daniele, contento del suo ginocchio che ancora regge..si sta divertendo anche lui..e poi poco più avanti Nicola..con il quale ci faremo compagnia, a momenti alterni, per almeno 22 km..
"Aizzare" il pubblico stanca, così ogni tanto mi rintano in mezzo al gruppo, devo durare a lungo e sarebbe un peccato afflosciarsi prima del tempo..
Sfilano decine di complessini, suonano musica che ti galvanizza e ti spinge in avanti come una molla. Personaggi improbabili, vestiti in modo stravagande, mi superano..ho visto superman passarmi baldanzoso, l'ho risuperato qualche km dopo mentre andava al passo!...sarà incappato in un rifornimento alla criptonite :-)
I rifornimenti..drammatici momenti per me..bere da un bicchiere di carta in corsa è operazione tutt'altro che semplice, la prima sorsata anzichè in bocca finisce automaticamente in faccia, sono tutto appicicaticcio di gatorade..inevitabilmente freno per riuscire a bere qualcosa ed è in questi istanti che Nicola mi raggiunge o allunga..lui ha una macchina fotografica di quelle usa e getta, ogni tanto mi fa scattare in avanti e girarmi a fargli foto..saranno uscite chissà come.. parlando con il mio compagno di sofferenze passiamo il Polansky Bridge..la mezza maratona, con la quale ci immettiamo nel Queens..chiaccherare distrae dalla sofferenza, anche se ogni tanto Super Bond (soppranome di Nicola) fa delle uscite angoscianti.."mancano ancora 20 km oh"... :-)
Il percorso fino a quel momento è stato solo apparentemente piatto..in realtà queste strade americane sono tutte un sinuoso sali e scendi..ci sono dei tratti in cui la strada sale in modo continuo, come nei pressi del quartiere ebraico..che strani a proposito i tipi con la barba lunga..a loro non è che fregasse molto della maratona e infatti in questo tratto ho notato un brusco calo di pubblico..
Dopo il Polansky bridge è tutta un'attesa..so che sta per arrivare il ponte maledetto, lo spartiacque tra la maratona spensierata e quella di fatica, il Queensborought bridge..lo vedo da lontano..la strada ha un andamento per cui si possono notare le teste dei corridori davanti che stanno iniziando la salita del ponte.. siamo attorno al 26° km.. passi dall'incitamento al silenzio, solo il rumore dei passi dei corridori..
La prima parte del ponte è al buio, dentro la galleria..c'è chi urla, chi intona l'inno americano..poi si esce dalla galleria e alla nostra sinistra Manhattan e il suo skyline..ma non fai in tempo a godere di questo panorama, che potenti raffiche di vento gelido ti prendono trasversalmente, capisci qui tutta la durezza del ponte, e non sei neanche alla cima..c'è chi inizia a camminare..io mi sento ancora bene e chiedo permesso, supero pace makers scoppiati (ma non dovevano tenere un certo passo? ce ne fosse uno che ha tenuto il ritmo che aveva indicato sulla maglietta!!)..sulla discesa cartelli simpatici dell'organizzazione ci ricordano che "Ora viene la parte più facile"...ironizzano!
Scesi dal ponte è il delirio, lo scenario cambia..la strada si allarga, siamo sulla First avenue, in piena Manhattan ( dal nome indiano isola delle colline :( ) e le persone ai lati delle strade si sono moltiplicate a dismisura, è tifo da stadio allo stato puro, un attimo di commozione, condito dalla voglia di accellerare, aumento leggermente..è qui su questa lunga strada che porta al Bronx che qualche km dopo, attorno al 30° perdo di vista Nicola..ora sono solo..sale e scende la First avenue..in modo molto più accentuato..le gambe inizio a sentirle...sono dure, ma vado.. Sto sul lato destro della strada, supero centinaia di persone che camminano, sono in perenne corsia di sorpasso.. il Bronx al 32°km ci da il benvenuto..lo si raggiunge con l'ennesimo ponte, quanto li odio i ponti..case colorate di viola, musica di rocky..non manca molto, le signorine del gatorade scandiscono le miglia alla fine.. si rientra in Manhattan ad Harlem, ho freddo e un pò di fame..già qualche km prima avevo accettato delle banane dal pubblico..accetto anche degli spicchi di arancia, che succhio avidamente..si scende verso central Park..
35°km, scene di disperazione ai lati della strada..una runner è stesa sul marciapiede e si contorce piangendo..è circondata dai medici..capisco tutto il suo dramma, manca così poco all'arrivo e una crisi fortissima la sta costrigendo al ritiro..penso a mia sorella, chissà dove sarà in questo momento..spero che a lei vada tutto bene!
Cala la luce, la vista degli alberi di central park attenua la sofferenza delle mie gambe che stanno diventando blocchetti..ma supero continuo a superare persone, non mi ferma più nessuno..sono alla resa dei conti,ho rotto ogni argine..Sono quel ragazzo seduto sulla panchina durante le ore di ginnastica, che ora si sta prendendo la rivincita..fate largo, ho corso meno di voi..ho tanta strada da recuperarvi, lo faccio così, a mio modo..
Una carica interiore più forte di qualsiasi sofferenza mi spinge in avanti, la sofferenza in fondo come scrivono qui sui cartelli è temporanea..quello che rimarrà per sempre sarà l'impresa che sto per compiere!
.. Le gambe non le sento più..supero i miei limiti, i 36 km dell'allenamento..i 37 e così via..e in un soffio sono sopra i 40, mi trovo in un equilibrio fragilissimo, se accellerassi di solo qualche secondo mi partirebbero i crampi, mi sento un vaso di cristallo, ma Columbus circle è là, lo vedo..è là che si svolta dentro il parco e da lì mancano poche centinaia di metri.. mi viene da piangere ma non ho lacrime, sono tutte scivolate via col sudore, ma mi commuovo eccome se lo faccio..lo vedo il traguardo, in un istante penso alla mia vita, a quanto in fondo sono fortunato se sono qui..alzo le braccia al cielo, mi porto le mani al volto, immortalato in fotografie che rimarranno per sempre.


Un pensiero va alle persone che amo, che erano dall'altra parte dell'oceano a tifare per me, a loro dedico questa gara 4h37min33sec
Mathias, 27 anni, maratoneta.

sabato 10 novembre 2007

VOLO AZ 605. SONO RITORNATA!!!

Milano Malpensa terminal 1. Il volo AZ 605 è appena atterrato e ci ha riportato a casa dopo otto giorni di un viaggio indimenticabile. Non risco ancora a realizzare tutto quello che è accaduto, tutto ciò che abbiamo vissuto negli ultimi giorni.
Sono frastornata dai suoni di NY, dai colori e dalle luci della city. New York è viva notte e giono,ti avvolge, ti coinvolge,ti fa sognare e ti sbalordisce ad ongni angolo ad ogni incrocio.Se arrivi per caso a NY guarda un pò in alto ti sentirai protetto dall'ombra dei grattacieli,se ci cammini scoprirai i sui odori,se ti guardi intorno vedrai il calore della sua gente,se poi decidi di correrla come abbiamo fatto noi;eh be!!! con New YOrk ci fai un patto di sangue. Perchè la grande mela ti entra nel cuore e nell'anima, e non ti lascia mai più.
Da ora posso dire anche io I LOVE NY. Nei prossimi giorni ve la racconto, come l'ho sofferta, amata e vissuta fino all'ultimo secondo e quanto è stata dura tornarsene a casa. BACI ALINE

martedì 30 ottobre 2007

Ne devo fare di strada per scoprire come è fatto il mondo..

Eccomi qui, a poche ore dalla partenza per salutare tutti gli amici del blog..probabilmente da new york riusciremo a collegarci, ma non so se ci sarà il tempo materiale per scrivere i post..voglio vivere quest'avventura in pieno, gustando ogni attimo, le emozioni nero su bianco avrò tempo di metterle una volta tornato..
Sto scrutando sul sito del corriere il tempo per i prossimi giorni..il giorno della maratona correremo attorno ai 9/10 gradi..ma ci molleranno la mattina alle 7 al freddo sul Verrazzano con non più di 2/3 gradi..saranno ore di passione e di adrenalina, che già scorre a fiumi..
Chiudo con un video che ho rispolverato dalla memoria, grazie ad una chiaccherata con ele e gli amici..una vecchia pubblicità, quella delle scarpine Chicco ricordate?
Che c'entra?
Mi sento un pò come il bimbo della pubblicità..ne devo fare di strada per scoprire come è fatto il mondo,e con le mie scarpe(gialle come quelle dello spot) corro nel sole..verso la Grande Mela e le sue mitiche strade :-)

Mathias

domenica 28 ottobre 2007

MENO 48...

MENO 48... Faccio un piccolo bilancio.Ho corso la metà esatta dei km di mio fratello,
ne ho camminati tanti in compenso. Ho molte ore di fitness alle spalle, spero che questo un po mi aiuti. Ho deciso di viverla con Tio, perchè è un esperienza unica.
Se la vita e le distanze ci hanno diviso, col cuore siamo sempre stati vicini.Ricordo sempre quando eravamo piccoli e ci facevamo ore di camminate sugli scogli,e in montagna.Era bello! mi mancherà un pò Nico in questa avventura, il nostro fratellino;lui sarà a casa a farci il tifo.
E' bello avere due fratelli, sono molto fortunata,prima che nascessero li desideravo tanto, volevo due maschi e li ho avuti.
Se posso partire, lo devo anche a mio marito e ai miei figli che si adatteranno alla mia assenza...
Tra due giorni vado a prendermi Tio all'aeroporto.
Sono talmente emozionata ed ho un casino di cose per la testa, che non mi viene nulla non so che scrivere, non escono le parole e le sensazioni mi stanno giocando un brutto tiro.Volevo ricordare una cosa,questo blog è nato come un piccolo diario tra me e Tio,non pensavo che in molti ci leggessero, questo ci ha fatto tanto piacere.
Spero che siamo riusciti a trasferirvi con semplicità le nostre avventure,i nostri sogni, i ricordi ,le vittorie e le brusche frenate.
Ora siamo pronti ad aprire il capitolo finale di un anno intenso, e al nostro ritorno racconteremo come è andata.
Grazie a tutti coloro che fino ad oggi ci hanno seguito e continueranno a farlo.
BACI ALINE