A TIO, E ALLA MIA FAMIGLIA.
Porto al collo una medaglia, sono da oggi e nella storia anche io MARATONETA……
NY 4 novembre 2007 ore 5am.
Caro Tio, ti guardo mentre ti prepari per la nostra maratona, e mi viene da piangere ma trattengo l’emozione;piangerò dopo, e come piangerò,io ho sempre pianto per tutto fin da quando ero piccola.Penso a Piero ed ai bimbi, non son pronta,ne sono assolutamente consapevole. Se stramazzo al suolo dopo una ventina di Km, chi mi raccoglierà?
Se mi mettono in qualche ospedale con le flebo attaccate?
Sono questi i pensieri confusi di una mattina fredda a NY, MENTRE, CON UN FILO DI PAZZIA, DECIDO DEFINITIVAMENTE DI CORRERE LA MIA PRIMA MARATONA.
Non sono allenata,lo ero un po’ di tempo fa, in primavera, poi, luglio ed agosto sono stati stagione lavorativa a ritmi sfrenati per me.
E a settembre la botta di grazia!!!!
La mia piccola Cesca è peggiorata, un otite perforante, e l’intervento: (tonsille, adenoidi). Un post operatorio tragico, febbre, tanta febbre!Io, in casa con lei fino al giorno della partenza, stanca, da più di un mese di notti insonni e nervosa per il lavoro che si è accumulato.Parto sentendomi un peso al cuore tremendo. Cesca, me la son vista recapitare in casa mentre stavo prendendo le chiavi della macchina per andare a Milano, era rientrata da un giorno a scuola ed ora, povera piccola, un attacco di vomito.
Le ho detto rimango!!!
Piero mi ha detto: “no! Vai, sto io con la bambina!!”
Lei con poca voce mi ha sussurrato :“LA MEDAGLIA! Mamma ci hai promesso la MEDAGLIA”.
Ore 5.10am mi vesto e mi infilo la maglietta con il pettorale.
Ore 5.38am siamo nella hall dell’hotel faccio colazione, la seconda, ho una voracità incredibile mangio di tutto, compro ogni tipo di rifornimento alimentare, manco fossi in partenza per la guerra.
Incontriamo Nicola e Daniele , ci diamo un caloroso buongiorno. Sono tesa a mille ma ,non lo dò a vedere.
Ecco i pulman, ci saliamo è ancora notte, mi coccolano le luci di New York, il tragitto è lungo. Sdrammatizzo dicendo a mio fratello e ai miei amici, che forse c’è un errore. Per conto mio, ci stanno portando talmente lontano che sono più di 42km all’arrivo.
Scendiamo! Ragazzi, comincio a farmela sotto!!!
Ovviamente, il via non è li a due passi, ci incamminiamo in un parco tra villette in stile americano, del ponte, nemmeno l’ombra.
Sembra una scena da film, uno di quei campus enormi, coi i prati e gli alberi tenuti bene.Ci si divide, Daniele e Nicola vanno nella zona verde, io e Tio nella blu.
Ecco i tendoni dove danno la colazione , Tio nota i bagni, io voglio solo mangiare.
Mi giro intorno e non posso credere a quello che sto vedendo, tutto il mondo è intorno a noi, tutte le nazionalità. Si sentono un miscuglio di suoni e di lingue diverse. “Cavolo mi sembra di essere in un campo profughi!.”
Ci aggiriamo smarriti in questo caos, fino a trovare il camion UPS, quello sul quale andrà la sacca con i nostri effetti personali tra un ora circa.E’ il numero 26. Ricorderò questo numero molto bene, perché alla fine, l’ho urlato con tutto il fiato che mi rimaneva in gola. “Please number 26”.
Facciamo la fila per caffè e ciambelle.
Ci sediamo nella zona delle 4 ore e mezza, mangiamo.Ci alziamo e cerchiamo i bagni di nuovo ,Tio ne ha bisogno. Siamo ora su un prato verde, vicino ad un tendone. Aspetto Tio e mi viene in mente di fare allungamento muscolare.
Molta gente intorno, comincia ad imitarmi, partono sorrisi.
Ho ammazzato un pò di tensione, mi sento meglio.
Torniamo nella zona noi assegnata, guardo Tio che ha deciso di partire con le lepri delle ore4.15. Io non me la sento, ho il terrore di essere travolta, poche parole, un abbraccio, sto piangendo!!!, Lo sapevo che non avrei retto. Stimo mio fratello, è un grande! Mi guardo intorno, sono sola e terrorizzata,ho voglia di finirla , non so se ce la faccio, ho paura !!!
Mi sposto indietro , per me quelli delle 4.30 vanno troppo, mi travolgono! Vado sulle 5 ore e mi sembra che il cuore rallenti un po’.
Camminiamo!!!!
Dove è questo benedetto ponte ?
Non si arriva mai. Sono sola, circondata da migliaia di persone . Per terra c’è ogni cosa, vestiti, felpe, scarpe e soprattutto un puzzo di canfora nauseabondo.
E’ l’odore della crema che i maratoneti si mettono addosso. Ho il vicks inalatore per il reffreddore che mi son presa pochi giorni, fà: Inspiro, almeno sento un profumo amico.
Urlano , saltano, è là! Il Verrazzano bridge. GO, GO!!!
Sono partita, sto correndo in mezzo ad una folla immensa, non so ancora se son pazza, ma mi sento felice.
Una nave spruzza acqua, è bellissimo, corro, corro,urlo pure io. Sto correndo la mia prima maratona e urlo di gioia.
Penso a Lele mio figlio , alla mia piccola Cesca, al mio Piero. Penso a mamma, papà, a Nico mio fratello. Soprattutto penso a Tio che poco più avanti la sta correndo con me. Era il nostro sogno, e si sta realizzato. Corro, piango e son felice.
Finisce il ponte e quasi non me ne rendo conto, ecco la gente che si accalca a lato della strada e ci fa il tifo.Qualcuno mi supera , molti li supero pure io. Ho la borraccia a destra con l’acqua, e non la mollerò fino alla fine.Corro e la folla mi porta via con se, come un’ onda, io sono una minuscola particella di questo fiume umano in piena .Saluto tutti , grido Italia!!!! Mi faccio il tifo da sola.
Passano i km sotto i piedi, ai rifornimenti bevo Gatorade ghiacciato. Quando capisco che danno pure l’acqua, me lo faccio travasare nella borraccia.Troppo tardi, mi è venuto un mal di pancia assurdo, devo già andare in bagno.
Prima fila, tre minuti.Poco importa ,respiro faccio allungamento.
Corro ancora e la folla impazzisce, Ci sono complessi ovunque, corro, corro, saluto tutti.
Ancora in bagno, e poi un'altra volta.Ecco i 5km, mi fermo ai bagni almeno altre tre volte entro i 10km.L’alsfalto mi scivola dolcemente sotto i piedi , sono serena.
Ecco 15km, ragazzi io non so dove sono! Corro con tutti, adoro la folla , ma non so che quartiere é.
Trovo qualcuno con cui chiacchierare un po’ sono spagnoli credo. Comincio a giocare bettendo il 5 al pubblico, sto bene, canto, New York, NY, e la gente gradisce. Mi urlano, “ go,go,Italia go!!” Corro, avanti tutta! Ecco la mezza che passa leggera e sto bene. Molti camminano, io corro. Ho sempre il problema del bagno mi devo fermare spesso non riesco a trattenere la pipì.
Non mi sento stanca. C’e un ponte, un ragazzo sta a terra e piange , mio dio, sta male!!! Mi fermo è Italiano . Mi dice che si ritira, mi guarda e piange , stramazza toglie il pettorale e chiede soccorso. Piango, la sua gara è finita. Continuo, incrocio Italiani, manca poco, “ il ponte della sofferenza è lì!” Manca poco !!! Mi vengono i crampi.
Al 26° km, una fitta intensa invade i miei sensi, mi ritrovo in ginocchio urlando, un dolore atroce mai provato prima, urlo: “ Mamma aiutami!” e come mi muovo il crampo riparte. Accorrono i poliziotti , piango…. “ Medical,” dicono . Un miglio indietro o due avanti. Sorretta un poco da un poliziotto Italo- americano, lo percorro con dolori sempre più intensi a tutte due le gambe.Perdo un sacco di tempo , vedo la fine davanti a me. Mi massaggiano, mi vogliono dare delle pasticche, non so cosa sono, non le mangio, le ripongo in tasca. Guardo i lettini, intorno a me, c’è gente con i pettorali molto più bassi del mio che piange disperata. Mi sento fortunata, sto in piedi in qualche maniera.Mi chiedono se mi voglio ritirare. Ecco il mio orgoglio!!!!
No , no!!!! (Penso a Daniele mio figlio, che a fine marzo si é rotto un dito mezz’ora prima della finale nazionale del trofeo giovanissimi, “ slalom gigante” a Tarvisio. Me lo hanno portato dolorante, in lacrime. Guardava me e l’allenatore,e ci chiedeva: “Vi prego, fatemi fare la gara.” Mi son detta: “ Io continuo!!!!” Se mio figlio quel giorno è stato un piccolo gladiatore e si è fatto onore, io non son da meno.
Da qui in poi, siamo in quattro io, Andrea, che ha dato coraggio a tutti,Eros , e Adriano.Quattro storie diverse ,quattro problemi diversi insorti in gara, ma con la voglia di finirla, abbiamo passato il ponte della sofferenza, il Bronks, Harlem, e avanti fino a Central Park, il camion scopa non ci ha preso, laggiù i grattacieli paralleli vicino al Columbus Cirle, di nuovo in Central park , ho rallentato più volte per aspettare Adriano. Anche gli altri.L’ho preso sotto braccio, Andrea gli ha slacciato un pò le scarpe, stava troppo male. Del tempo non ce ne fregava più nulla ,emotivamente ed umanamente questa maratona ci appagava così. Incontro Tiziana, plurimaratoneta che avevo lasciato chilometri indietro, oggi l’ha fatta piano era piena di piaghe. Ci ha fatto i complimenti per il supporto umano che ci siamo dati a vicenda ,ci ha spiegato che è un importante fase nel divenire maratoneti.
Meno 400m al traguardo, Adriano ciondola e piange lo tengo a braccetto, piango anch’ io.
Andrea mi urla “Aline sei una grande gli altri sono ancora là, non hanno continuato!!!!” Camminiamo, la gente ci applaude gridandoci Enjoy you finish!!!
Meno 200m: è li!!! Lo vedo, andiamo avanti, potrei correre, lo avrei potuto fare già da un bel po’ ma non corro,sto con il gruppo, siamo troppo legati. Sono lucida e ben alimentata.Lo sono stata dall’inizio alla fine.
Meno 20m, si fermano mi invitano ad andare avanti, mi applaudono anche loro, è bellissimo!!!!
“NO! NO!” “ Insieme o niente!!”
Ci abbracciamo e lo tagliamo insieme il traguardo.
Sto piangendo come una bambina: sono una maratoneta! REAL TIME 6.53.11
Dedico la mia prima maratona a tutta la mia famiglia, a mio marito , ma soprattutto a TIO,LELE, e CESCA.
Grazie ALINEP.S La mia prima è durata 28miles e 200.
Sofferti fino in fondo. Allenatevi non è uno scherzo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!